• Il primo principio della comunicazione umana stabilisce che: ‘ogni comportamento rappresenta una comunicazione che a sua volta provoca una risposta importante ad un altro comportamento/comunicazione.’

  • Il primo principio della comunicazione umana stabilisce che: ‘ogni comportamento rappresenta una comunicazione che a sua volta provoca una risposta importante ad un altro comportamento/comunicazione.’

  • Il primo principio della comunicazione umana stabilisce che: ‘ogni comportamento rappresenta una comunicazione che a sua volta provoca una risposta importante ad un altro comportamento/comunicazione.’

  • La famiglia rappresenta un sistema che si autoregola e che si gestisce sulla base di regole stabilitesi nel tempo attraverso vari tentativi ed errori.

  • La famiglia rappresenta un sistema che si autoregola e che si gestisce sulla base di regole stabilitesi nel tempo attraverso vari tentativi ed errori.

  • Nella giungla sociale dell’esistenza umana, uno non può sentirsi vivo senza un minimo senso di identità.

    Erik H. Erikson: Identità, gioventù e crisi.

  • Nella giungla sociale dell’esistenza umana, uno non può sentirsi vivo senza un minimo senso di identità.

    Erik H. Erikson: Identità, gioventù e crisi.

  • Con l’espressione ‘ Diventa ciò che sei’, Nietzche ci esorta ad evitare la vita non vissuta. Egli ci dice: realizza te stesso, metti in pratica le tue capacità, vivi con audacia e completezza.

  • Con l’espressione ‘ Diventa ciò che sei’, Nietzche ci esorta ad evitare la vita non vissuta. Egli ci dice: realizza te stesso, metti in pratica le tue capacità, vivi con audacia e completezza.

  • La massima ‘ Ciò che non mi uccide, mi fortifica’, Nietzche la collega all’idea di un albero che, subendo le più violenti tempeste e sprofondando le proprie radici sempre più giù nel terreno, cresce e diventa sempre più forte.

  • La massima ‘ Ciò che non mi uccide, mi fortifica’, Nietzche la collega all’idea di un albero che, subendo le più violenti tempeste e sprofondando le proprie radici sempre più giù nel terreno, cresce e diventa sempre più forte.

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Conosci te stesso : La conoscenza di se stessi e’ oggi una necessita’ indispensabile

La frase « Conosci te stesso » e’ incisa nell’oracolo di Delfi e Socrate ( 469-399 a. C. ) la usava spesso. Lo scopo del viaggio della conoscenza di se’ stessi e’ soprattutto quello di migliorare il rapporto con se’ stessi  ma anche migliorare i rapporti con le persone con cui ci relazioniamo. La conoscenza di se’ stessi e’ per eccelenza un percorso  particolarmente solitario e richiede alcune capacita’a cui mi riferiro’ sommariamente .

Lo sviluppo della conoscenza di se’ stessi porta allo sviluppo dell’autostima e della fiducia in se’ stessi che di conseguenza portano l’individuo a godere di calma interiore, di tranquillita’ e felicita’ spirituale e psichica . E’ un procedimento di lunga durata che richiede pazienza e costanza. Ci aiuta a scoprire il perche’ dell’ esistenza e quale e’ il senso della vita.

La conoscenza di se’ stessi  e’ la conoscienza della nostra coscienza, l’ instancabile ricerca di se’ stessi, il rifiuto di abbandonarci a eventi illusori e scoprire l’essenza della virtu’.

Socrate diceva che gli uomini nella loro ignoranza credono in due cose :

1 di essere sicuri di tutto quello che sanno, anche di se’ stessi.

2 di conoscere bene il mondo e la vita stessa

Per conoscere veramente se stessi e il mondo, si deve smettere di essere sicuri e assoluti di quello che si conosce.

Solo liberandosi di queste due forme di ignoranza si ha la possibilita’ di realizzare un’ introspezione e intraprendere il percorso della conoscenza di se’ stessi, delle proprie capacita’ e possibilita’. Socrate diceva che la Verita’ e il Bene sono la medesima cosa.

Il Bene e’ seguire la Natura e le sue leggi. Nella sua modestia diceva “ So di non sapere nulla ”.

Nella societa’ ci sono tre categorie di persone :

  1. 1. quelli che consideriamo “ cattivi ” , i quali nella loro ignoranza non hanno sviluppato il sentimento della bonta’ mostrando indifferenza verso le esperienze degli altri.
  2. 2. quelli che consideriamo “ buoni ” i quali hanno sviluppato l’empatia e si indignano di fronte alle ingiustizie e le tragedie che dominano il mondo, ignorando le leggi della natura.
  3. 3. quelli che consideriamo impassibili i quali comprendono i principi fondamentali della vita e non entrano in conflitto con la realta’. Rispettano il processo di apprendiemnto di tutti gli uomini e sono disposti a condividere la loro saggezza nel momento opportuno.

Molte persone usano la morale per giustificare le loro azioni e comportamenti. Ma la morale non e’ niente altro che l’ottica soggettiva di come deve essere la realta’. Cosi si classificano i comportamenti in buoni o cattivi a seconda di quello che ognuno crede in base alla sua morale. La morale guida le persone a voler cambiare la realta’ rifiutando di accettare alcuni fatti  che  basati su leggi naturali in base all’ordine perfetto della natura.

L’impassibilita’ e’ una una dote che ti permette di vedere il bene nel male  e il male nel bene adottando un’opinione della vita molto piu’ obiettiva e neutrale.

Tutti hanno dei difetti, li’ ci vuole il coraggio e la determinazione di guardare in faccia le nostre mancanze senza condannarle ma accettarle. Saranno i nostri difetti a indicarci il cammino del nostro sviluppo. Sono la bussola che ci mostra la direzione del nostro vero potenziale. Cosi constatiamo che il difetto e’ la mancanza di qualche nostro talento. Se lo vediamo con sensi di colpa poiche’riprovevole secondo il sistema dei valori o l’ambiente sociale, allora ci paralizza ed entriamo in una situazione depressiva che finisce col farci desiderare di lasciare questo vano mondo.

Nel divenire sociale ci sono 3 tipi di questioni

Fatti personali  cioe’ tutto quello che dipende da noi  per controllare e cambiare ai fini di essere felici.

Fatti riguardanti terze persone  Gran parte delle nostre paure, tensioni e delusioni proviene dal nostro coinvolgimento nelle questioni degli altri dimenticandoci delle nostre. E’ importante chiarire chi riguarda la questione . Cosi sviluppiamo al meglio l’arte di relazionarci a noi stessi.

Fatti della realta’ Sono questioni il cui controllo e cambiamenti non dipendono da noi.     

Pultroppo viviamo in un sistema socio-economico che ci fa credere che la felicita’ si trovi al di fuori di noi stessi. Che si ottiene con i soldi, le cose materiali e impressionando gli altri. Spesso ci accontentiamo di surrogati della felicita’ come il piacere, l’agiatezza e il divertimento. Questa illusione e’ mancanza di onesta’ verso se’ stessi. E’ molto piu’ importante conoscere se’ stessi anziche’ metterci a conoscere gli altri. Ognuno di noi interpreta uno scenario di vita scritto da altri che tende ad accontentare le loro aspettative .

Conoscere noi stessi presuppone di amare noi stessi. Cristo aveva detto “ Ama il tuo prossimo come te stesso ”. Cioe’ non puoi amare nessuno e essere amato se prima non hai imparato ad amare ed accettare te stesso.

Attraverso la conoscenza di se’ stessi, si impara anche la responsabilita’. Solo riconoscendo sinceramente i nostri errori ( che noi consideriamo errori ) iniziamo a cambiare posizione e atteggiamento e rimediare. Ci vuole attenzione a non colpevolizzare noi stessi ne’ diventare vittime delle situazioni  poiche’ cosi otteniamo solo mancanza di responsabilita’.

Chi conosce bene se’ stesso e si ama veramente, ha imparato ad  essere felice, essere in pace con gli altri e amare la vita cosi come e’ perche’ quest’ultima continua ininterrottamente ad insegnare.                                                                                                                                                                                           

Spiros Metaxas Psichiatra - psicoterapeuta