• Il primo principio della comunicazione umana stabilisce che: ‘ogni comportamento rappresenta una comunicazione che a sua volta provoca una risposta importante ad un altro comportamento/comunicazione.’

  • Il primo principio della comunicazione umana stabilisce che: ‘ogni comportamento rappresenta una comunicazione che a sua volta provoca una risposta importante ad un altro comportamento/comunicazione.’

  • Il primo principio della comunicazione umana stabilisce che: ‘ogni comportamento rappresenta una comunicazione che a sua volta provoca una risposta importante ad un altro comportamento/comunicazione.’

  • La famiglia rappresenta un sistema che si autoregola e che si gestisce sulla base di regole stabilitesi nel tempo attraverso vari tentativi ed errori.

  • La famiglia rappresenta un sistema che si autoregola e che si gestisce sulla base di regole stabilitesi nel tempo attraverso vari tentativi ed errori.

  • Nella giungla sociale dell’esistenza umana, uno non può sentirsi vivo senza un minimo senso di identità.

    Erik H. Erikson: Identità, gioventù e crisi.

  • Nella giungla sociale dell’esistenza umana, uno non può sentirsi vivo senza un minimo senso di identità.

    Erik H. Erikson: Identità, gioventù e crisi.

  • Con l’espressione ‘ Diventa ciò che sei’, Nietzche ci esorta ad evitare la vita non vissuta. Egli ci dice: realizza te stesso, metti in pratica le tue capacità, vivi con audacia e completezza.

  • Con l’espressione ‘ Diventa ciò che sei’, Nietzche ci esorta ad evitare la vita non vissuta. Egli ci dice: realizza te stesso, metti in pratica le tue capacità, vivi con audacia e completezza.

  • La massima ‘ Ciò che non mi uccide, mi fortifica’, Nietzche la collega all’idea di un albero che, subendo le più violenti tempeste e sprofondando le proprie radici sempre più giù nel terreno, cresce e diventa sempre più forte.

  • La massima ‘ Ciò che non mi uccide, mi fortifica’, Nietzche la collega all’idea di un albero che, subendo le più violenti tempeste e sprofondando le proprie radici sempre più giù nel terreno, cresce e diventa sempre più forte.

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • 10
  • 11

Psicofarmacologia

L’ingresso della farmacologia in Psichiatria è stata una vera rivoluzione.

Nel 1953, la scoperta della cloropromazina permise agli psichiatri di curare le psicosi con altri trattamenti che non fossero gli elettrochoc, la chirurgia psichiatrica, i mezzi di contenzione fisica (camicia di forza) o l’internamento in strutture psichiatriche.

Da allora, la psicofarmacologia ha compiuto passi da gigante. Nell'ultimo decennio, quasi ogni anno si scoprono nuove molecole che si aggiungono all'immenso arsenale già a disposizione dello psichiatra di oggi.

Questo progresso aumenta contestualmente le attese dei familiari dei pazienti. Oggi un paziente schizofrenico non è più rinchiuso per mesi in una struttura psichiatrica; anzi lo scopo perseguito è di integrarlo appieno nella società in cui vive.

Inserire una persona affetta da malattia mentale nel mondo del lavoro ed aiutarlo a farsi una famiglia è ormai perfettamente fattibile a certe condizioni.