Molte volte, di fronte alle difficoltà della vita, le persone si chiudono in se stesse come difesa in situazioni che le vivono come minacciose. In questi casi la sensazione di ansia o di panico è predominante con conseguenze impreviste. L'uomo è letteralmente immobilizzato. Quindi è necessario prestare molta attenzione per non essere caratterizzata come un disturbo mentale secondo specifici criteri scientifici per questa caratterizzazione. In questo caso si dovrebbe rivolgersi allo specialista.
Il problema comincia dall'uomo stesso. Ha a che fare con il modo in cui pensa ed elabora la sua realtà, nonché con le sue aspettative, in modo da avere il controllo di ogni dettaglio di ciò che vive nella sua vita quotidiana. Il suo obbiettivo è quello di anticipare e prevenire qualsiasi potenziale pericolo attraverso un'azione tempestiva.
È importante essere consapevoli del fatto che viviamo in una società altamente competitiva, dove il tempo ci spinge in modo soffocante a fissare costantemente nuovi obiettivi e non dedichiamo tempo per sentire noi stessi, dei nostri bisogni e dei nostri veri desideri.
Naturalmente non ci siamo allenati in questo, poiché fin dall'infanzia dovevamo servire i vari “devi” che altri avevano definito. Quindi attualmente si troviamo nella posizione difficile di decidere per qualcosa tramite la nostra negoziazione interna tra il devo e il voglio. Allo stesso tempo, si mette in gioco la nostra accettazione degli altri, che a volte è in conflitto con la nostra libertà personale.
Ciò che è responsabile a rafforzare lo stress è la trappola di molte aspettative, in cui sono molto spesso nascoste le aspettative dei nostri genitori, aspettative che abbiamo inconsciamente appropriato.
Meno male che ci sono anche i nostri sentimenti, purché le ascoltiamo e ci fidiamo di loro. Lo stress è una sensazione utile perché ci motiva a prendere le nostre misure necessarie in situazioni critiche, basta che la sua dimensione non sia tale da farci immobilizzare. L'immobilizzazione sorge quando l'emozione insieme ai processi mentali creano scenari e ipotesi non realistici. Perché sta succedendo questo? Qui possiamo fare alcune ipotesi. Come il fatto di credere che non siamo abbastanza capaci di affrontare questa difficoltà - sfida. Che ci permettiamo di servire senza riserbi i “devo” che abbiamo appropriato dagli altri, senza riconoscere e soddisfare i nostri veri bisogni.
Alla fine, le cose non sono così difficili come si potrebbe pensare uno alla luce di un'intensa ansia. Non siamo ciò che crediamo, ma molto più capaci e con possibilità basta consentirle di emergere.
Coltivando l'autostima e sviluppando la fiducia in sé si forma un'altra realtà cui è coerente con la nostra stessa esistenza.
Solo se vediamo qualsiasi difficoltà della vita con le sue sfide come una reale opportunità per il nostro sviluppo, allora potranno emergere le nostre forze interne di cui non siamo nemmeno noi consapevoli di esistere. Cosi la vita stessa diventa più semplice, meno stressante e meno complicata.
Le volte che ci sentiamo immobilizzati in una situazione, non è la situazione stessa a crearla, ma il nostro modo di elaborare la realtà. Quindi dobbiamo tenersi a distanza per un po’ di tempo, sviluppando la capacità di vedere le cose da un altro angolo molto più funzionale. In questo modo, usciamo dalla prigione e dall'impasse che la nostra mente ci mette.
Spyros Metaxas Psichiatra – Psicoterapeuta